Una giornata difficile nel mondo delle criptovalute quella di oggi 22 dicembre 2017, dominata da un predominante colore rosso e che probabilmente sarà ricordata da diverse persone.
Dopo settimane di un persistente trend positivo che ha interessato coinvolto in modo trasversale sia Bitcoin che molte altre Altcoin, tra cui vedasi soprattutto Ripple e Verge, abbiamo assistito ad un’importante correzione e ritracciamento che ha portato il mercato delle cripto indietro di più di un mese.
A partire da fine novembre Bitcoin inizia un’importante scalata rompendo di giorni in giorno i massimi storici arrivando a toccare quasi quota 16500€ in data 17 dicembre 2017, riuscendo a fare circa un +140% in meno di un mese.
Una crescita in una finestra così ridotta plausibilmente forzata, condizionata e drogata dalla sempre più crescente popolarità di Bitcoin fra la massa, che ha portato con sé dunque l’ingresso di una nuova dose di capitali guidati tuttavia da persone senza molta, o alcuna, esperienza e soprattutto senza alcun obiettivo.
Il fenomeno Bitcoin, infatti, è stato più volte descritto e illustrato da importanti personalità nel mondo della finanza come una bolla, uno strumento altamente speculativo ed insicuro e per cui da cui tenersi bene alla larga, mentre dal lato opposto della tifoseria ha iniziato ad essere venduto come uno strumento dai facilissimi e garantiti guadagni.
Ed ecco quindi che risulta plausibile che sia entrata nel mercato una massa di persone con l’immissione di posizioni di compravendita senza alcuna valutazione tecnica o fondamentale a supporto, generando un’ondata di hype che ha funzionato ancor di più da passa parola.
Nel momento in cui gli investitori con già esperienza sulle spalle hanno iniziato a chiudere delle posizioni per beneficiare dell’effettivo trend positivo, con raggiungimento del massimo storico, si è immediatamente assistito ad un cambio di scena nell’andamento del Bitcoin condizionato dai primi timori dei nuovi entrati nel poter aver effettuato degli acquisti impulsivi.
Da un valore di 16323€ raggiunto fra il 17 e 18 dicembre si è passati dunque ad un valore minimo odierno di 8915€ per 1 BTC, erodendo quasi completamente il guadagno ottenuto nell’ultimo mese e ritornando dunque a quotazioni di prezzo che si potevano osservare verso fine novembre 2017.
È la fine della bolla? È definitivamente scoppiata? Direi plausibilmente proprio di no, e chi è nel settore da un po’ sicuramente non potrà che essere d’accordo: non è la prima volta che Bitcoin subisce una correzione del 30-40% e né sarà l’ultima.
La sua storia è sempre stata caratterizzata da consecutive finestre in cui si poteva apprezzare una consistente salita seguita subito dopo da una correzione, arrivando anche ad utilizzare dei supporti che determinavano una correzione anche oltre del 50%.
Come spesso si suol dire, guardando e comprendendo il passato si può trovare una possibile linea guida per il futuro. Se le correzioni rientrano nella natura di Bitcoin, cosa è accaduto l’anno precedente?
Uno sguardo all’andamento di Bitcoin a cavallo fra fine 2016 ed inizio 2017 mette alla luce un’alquanto interessante evidenza: Bitcoin è affetto dalla sindrome dei saldi invernali ed ai trader e gli investitori sono propensi a mettere in tasca una quindicesima.
Battute a parte si può vedere come per tutto il mese di dicembre 2016 Bitcoin è stato caratterizzato da un trend positivo tale da raggiungere la quotazione di 1073€ a Bitcoin in data 4 gennaio 2017, a partire dal quale è tuttavia iniziata una repentina correzione e flessione concentrata in una finestra in meno di 7 giorni fino a far arrivare il prezzo per 1 Bitcoin pari a 750€ riportandolo alle quotazioni di inizio mese.
Coloro che sostengono che Bitcoin sia predestinato esclusivamente a salire sembrano aver dalla loro parte i numeri. Una circostanza del genere, tuttavia, comporta per forza di cose ad un pericolo bolla speculativa e per la quale quindi ogni investimento effettuato nel mercato delle criptovalute deve essere adeguatamente ponderato ed eseguito con coscienza.
Se mai tuttavia la bolla dovesse effettivamente esistere e dunque scoppiare l‘onda d’urto sarebbe ben più esplosiva di quella avvenuta nella data odierna, e molto probabilmente non sarà esclusivamente per motivi speculativi – di cui Bitcoin è indubbiamente affetto – bensì la principale causa sarà legata ad un problema di tecnologia.
Ricordiamoci che Bitcoin non è (solo) una valuta ma alle proprie spalle ha una madre chiamata Blockchain, dalla quale nasce e rimane strettamente legata da un cordone ombelicale che non può ad oggi essere reciso.